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Il Natale e i suoi simboli: piante e fiori

17 Dic 2022
  • Redazione
  • Giardinaggio

Pensando al Natale non si può non pensare ai fiori e alle piante da sempre associate a questo periodo.

Immagini ancestrali ci fanno collegare determinati colori, odori e forme al periodo delle festività natalizie.

Il verde, il rosso e il bianco sono i colori simbolici del Natale per eccellenza e sono gli stessi delle piante che troviamo in ogni cartolina, immagine, pubblicità, ma anche in ogni tavola o in ogni vetrina addobbata nel periodo del solstizio d'inverno.

Simbolo di energia, vitalità e speranza, andiamo a scoprire le piante del Natale.

Già sfogliando il celebre volume di Alfredo Cattabiani, Florario, si nota quasi con sorpresa quante siano le piante legate a questo periodo dell’anno: dall’abete al vischio, dall’agrifoglio e il pungitopo al il ginepro, ma anche il corbezzolo, l'elleboro e la stella di Natale.

Numerosi sono anche i miti, le storie, vere o che si perdono nella notte dei tempi, e le leggende popolari che si tramandano da millenni ognuna con significati e simboli suggestivi.

Vediamone un po'.

 

La stella di Natale

Non possiamo non partire da quella che immancabilmente addobba ogni tavola e ogni casa, ma anche un perfetto regalo sempre apprezzato: la Stella di Natale.

L’Euphorbia pulcherrima, così si chiama la Stella di Natale, termine latino che significa appunto “bellissima”, ha una storia piena di curiosità e aneddoti, con cui intrattenere gli ospiti durante il pranzo di Natale o fare bella figura con i nipotini.

La Stella di Natale Viene anche chiamata Poinsettia, nome che deriva da Joel Roberts Poinsett, primo ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, che introdusse la pianta negli USA nel 1825, si racconta dopo essere rimasto estremamente affascinato dalla vivacità di questo colore rosso blillante che colorava le colline messicane.

Fu invece il celebre naturalista, esploratore, geografo e botanico tedesco Friedrich Heinrich Alexander Freiherr von Humboldt a importare la pianta in Europa dopo un suo viaggio in Sud America alla fine del XVIII sec. Nel vecchio continente la Stella di Natale riscosse un enorme successo, venendo addirittura catalogata con il nome botanico Euphorbia Pulcherrima, per omaggiare la sua bellezza ovvero la più bella delle Euphorbiaceae,

Molti di noi pensano che i fiori della Stella di Natale siano rossi.

In realtà le parti di colore rosso, che molti pensano siano i petali dei fiori, sono invece le foglie (brattee), che assumono questa colorazione in particolari periodi dell’anno tra cui questo.

Il suo fiore, chiamato ciazio, è infatti quello giallo che si trova al suo interno, composto da petali e sepali disposti a coppa. Sono le foglie che in alcuni periodi dell’anno assumono il colore rosso, ma anche rosa, bianco e in altre sfumature.

La stella di Natale arriva dal Messico, terra dove cresce anche spontaneamente, arrivando a un’altezza compresa addirittura tra 2 e 4 metri, e dove sono considerate piante sacre: il loro utilizzo va indietro nei secoli, quando già gli indigeni messicani la utilizzavano per la produzione di una tintura rossa o come insetticida e gli Aztechi la chiamavano Cuitlaxochitl.

Molte sono anche le leggende che circondano questa pianta, tra cui la più famosa è un’antica leggenda messicana che narra di una giovane ragazza, Pepita, troppo povera per comprare fiori da portare in chiesa per la notte di Natale.

Compose quindi un umile bouquet con ramoscelli ed erbe raccolte nei campi. Ma durante la messa avvenne il miracolo: il bouquet realizzato con tanto impegno dalla giovane si trasformò in un bellissimo mazzo di fiori rossi: la Stella di Natale. Da qui nasce la celebre tradizione messicana del “Flor de Noche Buona”.

Una curiosità: in Madagascar sono associate alla Pasqua.

Furono i francesi a importare le Stelle di Natale nel Madagascar, dove diventò molto popolare. Ma qui le Stelle di Natale sono associate alla Pasqua a causa delle condizioni climatiche differenti, che seguono l’andamento delle zone dell’emisfero australe: la pianta in Madagascar fiorisce infatti ad aprile e non a dicembre.

 

Rosa di Natale

La prima curiosità sulla Rosa di Natale è che in realtà non ha nulla a che fare con la più famosa e diffusissima rosa, facendo parte di tutt’altra famiglia, ovvero quella delle Ranunculaceae alla quale appartengono piante più conosciute come il ranuncolo.

La Rosa di Natale, chiamata anche Elleboro o Helleborus, porta questo nome semplicemente perché fiorisce verso la fine dell’autunno, con fiori bianchi che sbocciano in inverno nel periodo appena precedente il Natale.

Questa specie è caratterizzata da bellissimi fiori generalmente bianchi, ma che possono assumere altre tonalità, dal porpora al rosa o addirittura al verde.

Un'altra curiosità: quelli che normalmente si dicono petali, nella Rosa di Natale si chiamano sepali.

Anche per la Rosa di Natale esiste una leggenda sulla sua origine, che narra di una pastorella senza doni da offrire a Gesù: se ne accorse un angelo, che le porse un mazzo di fiori bianchi, presi da sotto un manto di neve. Rose di Natale.

Il fiore è originario dell’Europa centrale, diffusa soprattutto lungo l’arco alpino tra Italia e Austria, crescendo prevalentemente nelle zone di montagna, elementi che ne fanno una pianta particolarmente resistente al freddo.

Anche la Rosa di Natale ha la sua leggenda, che affonda le radici nella tradizione cristiano cattolica.

Nella prima notte di Natale, ovvero quella in cui nacque Gesù, si narra che il pastore Medeone, vedendo i Re Magi che si recavano alla grotta portando dei doni, fu preso dalla disperazione perché non aveva con sé un regalo all’altezza.

Vedendolo disperato, un angelo, mosso a pietà, trasformò le lacrime del pastore cadute sulla neve in un bellissimo fiore bianco con sfumature rosa: la Rosa di Natale.

 

Il vischio

Simbolo tra i più iconici associato alla pace, alla riconciliazione e all’amore, il vischio rappresenta il dono per un anno felice e prospero, simboleggiando nel pensiero popolare un simbolo del Natale.

Anche la sua presenza tra le piante simbolo del Natale ha origine da una leggenda, questa proveniente dalla mitologia scandivava.

I protagonisti sono la dea dell’amore, Frigg, e suo figlio, Balder, il quale morì a causa di una freccia di vischio.

Frigg vide la scena e in preda alla disperazione iniziò a piangere. Le sue lacrime caddero sul corpo del figlio esanime e si trasformarono nelle bianche perle del vischio. Questo permise a Balder di tornare in vita inondò di gioia sua madre, che da quel momento in poi decise e diffuse la notizia che un bacio sotto al vischio allontanasse ogni male.

È questo il motivo per cui la tradizione prevede di appendere il vischio sulla porta o al muro e di scambiarsi un bacio sotto questa pianta.

La leggenda originaria della mitologia scandinava vuole che scambiandosi un bacio sotto la pianta sia di buon auspicio per l’anno nuovo.

 

L’agrifoglio e il Pungitopo

Spesso vengono confuse tra loro, possono sembrare simili ma in realtà presentano molte differenze se confrontate attentamente.

Per capire se la pianta davanti a noi sia un agrifoglio o un pungitopo il primo passo è osservare il fogliame. Parte tutto da qui e così si spiega la loro natura botanica opposta.

Innanzitutto l’agrifoglio, chiamato anche pungitopo maggiore, è un piccolo albero alto sino a 8-10 m, sempreverde, ovvero conserva il suo manto nel corso delle stagioni. Il pungitopo, pianta di origine tutta italiana presente nella macchia mediterranea e nei boschi di collina, è invece un arbusto a foglie caduche e dunque le perde a uno specifico periodo dell’anno, di origine

Come detto le foglie ci permettono di distinguere le due piante, precisamente in base alla loro: ovali, lucenti, quasi come ricoperte da uno strato luccicante, di varie tonalità di verde che tende allo smeraldo e ricoperte di spine quelle dell’agrifoglio. Di piccole dimensioni, sottili, rigide e dalla forma particolare simile a una freccia, quelle del pungitopo che deve il suo nome proprio alla forma spinosa delle sue foglie.

Il suo nome deriva proprio da qui: le sue foglie appuntite venivano disposte intorno ai formaggi e ai salumi nelle dispense per difendere le provviste dall’assalto dei topi.

L’agrifoglio, noto anche come pungitopo Ilex aquifolium, è portatore di fortuna, puntualmente usato per le varie decorazioni. Le sue foglie pungenti e le inconfondibili bacche rosse lo rendono l’ideale per addobbare la casa: secondo l’ideologia cristiana le foglie ricordano la corona di spine di Gesù mentre le bacche richiamano al colore del sacrificio.

La pianta parla di festa e di felicità da condividere, augura lunga vita in salute ed esprime i valori della pace fra la gente.

Gli antichi romani, durante i Saturnali, recavano ramoscelli di agrifoglio come talismani portatori di prosperità e sopravvivenza, e ne piantavano vicino alle case per tenere lontani i malefici; usavano regalarlo agli sposi novelli in segno di augurio per la vita coniugale. Quando invasero la Britannia, si stupirono: era considerato dal popolo che abitava quelle lontane terre “pianta sacra”. I Druidi, ritenevano che l’agrifoglio proteggesse dai disagi della cattiva stagione e che un ramo di questa pianta, scagliato contro un animale feroce in procinto di attaccare, avesse il potere di ammansirlo.

Addirittura una antica canzone inglese dall’alto medioevo è dedicata all’agrifoglio:

L’agrifoglio è germogliato,
giglio bianco è il suo colore.
Una bacca ci ha donato,
rosso sangue è il suo colore.
Una spina ci ha donato,
essa punge ogni mortale,
da Maria Cristo è nato
nel mistero del Natale

 

Cactus di Natale

Pianta invernale tipica del periodo natalizio, il Cactus di Natale o Natalina è una succulenta (QUI la differenza tra cactacee, succulente), dal corpo molto forte e resistente, che può fiorire in diversi periodi dell’anno, anche non necessariamente in inverno.

Originario delle giungle del Brasile, il suo nome scientifico è Schlumbergera truncata ed è un cactus epifita, ovvero che cresce sui rami degli alberi. 

Le sue foglie si presentano completamente piatte, di un colore verde scuro che se colpito dal sole tende a virare verso un viola intenso.

Proprio per le condizioni del suo habitat naturale, in Brasile, a differenza dei cactus che vivono nel deserto, il Cactus di Natale non deve mantenere un periodo di riposo in inverno, stagione in cui è più attiva.

Molto somigliante al suo “cugino”, il cactus di Pasqua (Hatiora che fiorisce nel periodo di Pasqua (da marzo a maggio) il cactus di Natale ha il suo periodo di fioritura nei mesi che vanno da novembre a gennaio.

Cresce come un cespuglio con germogli ramificati. Alta da 20 a 40 centimetri produce fiori in diverse tonalità di rosso, rosa e bianco.

Un singolo fiore di solito fiorisce solo per pochi giorni, ma il Cactus di Natale schiude così tanti fiori che rimane incredibilmente colorata per tutti e tre i mesi invernali

 

Abete – L’albero di Natale

Sono infinite le storie e le leggende che ruotano Intorno all’albero di Natale, simbolo per eccellenza della festività celebrata il 25 dicembre.

Unica cosa certa è che si tratta di un’usanza estremamente antica e radicata nel tempo, che nel corso dei secoli è cambiata spesso assumendo caratteristiche differenti.

Le sue origini risalgono ai paesi nordici, probabilmente alle regioni che si trovavano a nord del Reno.

Le popolazioni locali erano solite scegliere il ceppo migliore di una quercia oppure, appunto, di un abete (perché sempreverdi) e bruciarlo per 12 giorni consecutivi come un desiderio di bruciare il passato, di prepararsi all’anno nuovo lasciandosi alle spalle ciò che era stato

L’usanza ha subito delle trasformazioni nel corso dei secoli, venendo reinterpretata successivamente dai Cristiani, nella cui tradizione questo albero simboleggiava la manifestazione divina del cosmo in grado di illuminare l’umanità intera.

Ma tornando all’antichità, in Egitto e in Grecia, l’abete era già allora legato al significato della nascita.

Nel calendario celtico, la lettera dell'alfabeto ogamico corrispondente al 25 dicembre, l’ailm, la A, apre l’anno ed è simbolicamente legata all’abete bianco del calendario arboreo.

Come lettera di inizio è anche dedicata al parto e alla nascita, simboleggiando dunque successivamente la nascita di Gesù il 25 dicembre.

L’abete è anche un "albero cosmico", che alcune popolazioni dell’Asia settentrionale interpretano come un raccordo tra cielo e terra, con le radici sprofondate negli inferi e la cima che fluttua nel cielo.

Il legame tra l’abete e il solstizio è nuovamente riscontrato in altre leggende dei paesi scandinavi e germanici: le feste che si svolgevano nei boschi in quei giorni erano simboleggiate dall’abete tagliato, portato nelle case e addobbato con ghirlande e dolciumi.

Nei paesi di cultura “latina” compare invece relativamente tardi, verso la metà del XIX secolo.

Ci sono due figure che si contendono la sua diffusione:

si dice che che sia stato in Inghilterra, grazie all’influenza della regina Vittoria, che gli abeti decorati sono divenuti il simbolo del Natale in tutto il mondo.

Altri sostengono che fu introdotto per la prima volta dalla principessa Elena di Mecklenburg nel palazzo reale di Tuileries, a Parigi.

Quel che è certo è che da allora, a poco a poco, l’albero di Natale si diffuse a livello globale.

Anche le decorazioni hanno in origine un significato religioso: simboleggerebbero infatti la luce che brilla tra i rami come simbolo di Vita spirituale, mentre i doni raccolti alla base sono il simbolo dell'amore che viene donato.

Sono molti i volumi dedicati a questo albero e alle sue origini come simbolo delle festività nelle tradizioni pagane e religiose, e anche nel web si trovano interessanti teorie!

 

Il kumquat


Per finire, dedichiamo un pensiero a un agrume decorativo e commestibile, presente nella nostra collezione di agrumi, che in Oriente è considerato pianta della fortuna e della buona sorte, per questo regalato dunque nel periodo di Natale.

Un’ottima idea originale per augurare un buon Natale e un ottimo 2023 alle persone care.

 

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