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La Dalia Imperiale: la Dalia dal nome orgoglioso

19 Nov 2021
  • Redazione
  • Giardinaggio

“Abbiamo letto increduli la prima descrizione del nostro amico di una Dahlia dall’aspetto impensato e sorprendente. Una Dahlia con grandi fiori bianchi campanulati, tipo Lilium ed una infiorescenza piramidale, ramificata come un candelabro e con più di 100 fiori sembrerebbe appartenere al mondo delle favole… Questa nuova Dahlia, imponente già come pianta verde, farà grande sensazione. 

La ritengo la  più bella  e  preziosa  delle  mie  introduzioni  e  spero  che giustificherà il nome orgoglioso di Dahlia imperiale”

Così recitava la lettera di accompagnamento scritta dal botanico Roezl al Giardino botanico di Zurigo a fine maggio 1862, giardino che la ospitò per primo in Europa.

Da ammirare dal basso verso l’alto, e chiamata anche Dalia arborea per le sue dimensioni, la Dalia imperiale raggiunge in media i due metri e mezzo di altezza, arrivando con facilità anche a quattro e in alcuni casi anche a dieci, e presenta dei fiori rosa, lilla o bianchi con un centro giallo che misurano oltre 20 centimetri di diametro.

La dalia deve il suo nome a un botanico svedese, Anders Dahl, allievo di Linneo, che riuscì a riprodurre queste piante tramite la semina, riuscendo così a importarla in Europa. 

Ma questa scenografica pianta ha un'origine più antica: originaria dell'America meridionale, precisamente del Messico, era già conosciuta dagli Aztechi, che la conoscevano molto bene e ne utilizzavano i fusti per creare delle piccole condutture d'acqua, e ne mangiavano il tubero.

I fiori della dalia offrono, a seconda della specie e del cultivar, una svariata quantità di colori, talvolta anche sfumati tra loro, che fanno di questa pianta una delle più affascinanti esistenti in natura.

La varietà imperiale fu introdotta in Italia da Berger nel 1867 e quindi reintrodotta dal   Guatemala   nel   1926   da   Mario   Calvino, padre di Italo Calvino e direttore della   Stazione Sperimentale di Floricoltura “Orazio Raimondo” di Sanremo e che insieme alla moglie seguiva i Giardini Hanbury della Mortola e con molta probabilità passò anche per i nostri Giardini lasciando tracce che ancora oggi sono visibili.

Il periodo di fioritura va da settembre a novembre.

 

 

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